mercoledì 24 giugno 2009

La mattina ci alzammo tutti prestissimo, i bambini erano incontenibili! L'intera settimana era trascorsa lenta e faticosa, un sottile e inesorabile rotolare di giorni, tutti vuoti, tutti uguali, ma tutti puntati verso quella data cerchiata di rosso sull'agenda.
Ogni istante aveva dato una spallata a quello vicino e, alla fine di questo domino di lancette e display luminosi, la portiera del nostro veicolo si era aperta con un semplice rumore, familiare nella sua quotidianità, straordinario oggi per tutta l'attesa di cui era abbigliato.
"La vita del nostro passato", il titolo stampato sui nostri biglietti esaltava i bambini e solleticava l'imbarazzo di noi adulti, un buco della serratura del quale la curiosità e l'impazienza si litigavano la visuale. Per tutto il tragitto avevo deciso di ascoltare musica dell'epoca, almeno quel poco che era arrivato fino a noi, così, tanto per entrare meglio nel clima che ci attendeva e passare davvero, anche solo per una giornata, un pò di tempo in quel mitico passato eroico così lontano da noi.
-Ma questo cantante chi è? e questa musica così noiosa?- la piccola era affatto contagiata dal mio desiderio di full immersion e derideva con la leggerezza dei suoi 5 anni brani di secoli prima, sopravvissuti a immani catastrofi e alla rabbia di eserciti innumerevoli.
-Ascolta, sai, queste erano le canzoni che sentivano gli uomini allora.- cercava di mediare la mamma. -Bello schifo- eruttò da novello critico musicale il grande, salendo sulla cattedra dell'esperienza dei suoi 16 anni. -Saprebbe fare meglio un cane ubriaco con un bidone della spazzatura-.
Lo sguardo di mia moglie, un misto tra sopportazione e compiacimento, all'interno del quale non saprei dire quale fosse per i nostri figli e quale per le mie scelte musicali, infine, fece pendere la bilancia verso le emittenti radiofoniche del nostro tempo.
Il viaggio terminò senza scossoni, comodo, e l'orario di arrivo fu preciso al millesimo, grazie al mio nuovo computer di bordo.
Lo spazio occupato dalla rievocazione, uno dei pochi angoli di territorio rimasti come cinque secoli fa, era già gremito di gruppi di appassionati nelle loro tende, e da turisti e curiosi che scattavano foto e catturavano momenti di quella giornata così insolita.
-Se vi mettete in certi punti precisi, sembra di essere proprio davanti ad una di quelle immagini che si vedevano a scuola.-ci stava consigliando un tizio basso e letteralmente coperto da ogni tipo di apparecchio foto-audio-visore dal collo in giù fino alla pancia prominente.
-Ma quando combattono?- domandò il mio sedicenne domestico impaziente, -Secondo il programma dovrebbero esserci delle battaglie tra una mezzoretta, ma dobbiamo spostarci dall'altra parte del campo.-
Noi uomini veri, io e mio figlio intendo, che sentivamo ancora dentro il cuore lo spirito guerriero proprio della nostra razza, eravamo carnalmente attratti dalla previsione dello scontro bellico, tanto che, immedesimati in quel clima di ruvida cortesia, strattonammo le donne di casa spingendole fino all'arena.
-Comprerete dopo i vostri vestitini e le collanine- tagliai corto interprentando a parole quello che lo sguardo di mio figlio suggeriva impacciato.
L'arena era già piena di pubblico, uno spazio abbastanza vasto, -Di dimensioni ridotte rispetto alla battaglia originale- avvertiva il filologico speaker -a parte questo dettaglio gli edifici, i vestiti e le armi, finanche il suolo, sono ricostruiti perfettamente, così come riportano le cronache e le testimonianze dell'epoca.-
-Ma i guerrieri non si vedono ancora??? Dove sono i guerrieri??? io voglio i soldati!!!!- strillava la bimba, dimenticati ormai definitivamente vestitini e oggettistica.
-Arrivano, tesoro, non essere impaziente! A proposito caro che battaglia rievocano oggi?-
-Un piccolo conflitto dell'inizio del millennio scorso, dice la guida, tra una coalizione di paesi e un insignificante dittatore che nascondeva un bandito. Mi pare si chiamasse Guerra del Golfo e quelli là con le divise color sabbia pare fossero un esercito molto potente e ben addestrato, americani credo si chiamassero. Ma ora lasciami guardare che arrivano gli elicotteri!!!-

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