La sede dell'organizzazione del super superiore era gremita di adetti indaffarati, di rappresentanti incravattati e di portavoce abbottonati. Mancava davvero poco al grande evento, il Super superiore l'aveva desiderato da tempo e aveva riposto in quella riunione tutte le speranze per esser riammesso, a pieno titolo, nel gruppo dei Grandi ottimisti.
C'era tuttavia un banale dettaglio che aveva il potere di mettere in crisi la poderosa macchina di feste del Super Superiore: il luogo!
Non sarebbe stato ugualmente d'effetto organizzare la riunione in una location assolutamente sconosciuta al grande mondo, e, d'altra parte, le centurie di pubblicitari che sempre stavano davanti al trono del Visibilissimo sottolineavano come quest'anno andasse di gran moda la compassione.
Certo subito chiunque aveva puntato il dito sulla regione devastata da efficace sommovimento tellurico, un gran terremoto d'autore, come aveva chiosato soddisfatto il Primo Propagandatore aggiunto del sottoseggio per i disastri opportuni.
Il Super Superiore, dall'alto della sua alta saggezza, non si era, però, affidato con altrettanto entusiasmo alla ghiotta occasione; l'evento, infatti, era avvenuto a troppa distanza dalla riunione dei Grandi Ottimisti. Anche mettendo a frutto tutti gli speciali, i servizi dei telegiornali, i benefici eventi e la dilazione dei pellegrinaggi di Stato, l'attenzione del consumatore-cittadino si sarebbe ben presto diluita, stinta, dispersa in mille rivoli di attentati, rivolte, incidenti sulle vie del mare e quant'altro.
Un'idea forte dell'attivismo del SSuperiore andava bene, e quindi perchè non costruire grattacieli, fontane monumentali e cattedrali in ogni angolo della regione? Alcuni si spinsero troppo in là, proposero anche piattaforme di lancio per satelliti geostazionari, forzando così tanto l'ottimismo sconfinato del Colui che vennero relegati allo spulcio di notizie false e pessimiste nei giornali urofinnici (ufficio che condannava ad una eterna scomunica dalla gloria del loro signore).
La settimana prima del Grande Evento, ormai tutto era in scena, le gaffe, i colpi di teatro, i vari deus ex machina, successe l'inatteso: una valanga nella montagna di Alpeggino sommerse una dozzina di baite. Tutte disabitate, certo, ma l'impressione fu così grande che tutto il paese spostò le sue parabole auditive e visive lontano dal Sisma, ormai troppo in seconda serata.
Nessuno dubiterà dell'organizzazione perfetta e infallibile del Supremo Superiore, in un paio di giorni tutto il circo si spostò ad Alpeggino, cattedrali comprese, grazie ad un cugino di un fratello di un vecchio zio del Secondo passacarte del trovabar dei sottosegretario ai safari, cointestatario di una ditta che si occupava di smontaggio e rimontaggio delle stesse.
Mercoledì: già venivano scritte le interviste, domande e risposte, che sarebbero state recitate dai giornalisti, o da attori assunti per interpretarli, e la televisione trasmetteva solamente programmi di sci e salvataggi in montagna quando....
-Interrompiamo i programmi per segnalare lo sprofondamento di metà dell'isola di Bellitudine nel mare. Dai primi rilievi dei geologi la causa pare esser stata l'improvvisa esplosione di un vulcano sottomarino.-
La maggior parte degli abitanti del Paese, secondo affidabili sondaggisti il 58,9 %, dimenticò d'avere mai avuto dei rilievi montani e la commozione e le associazioni di volontariato si scagliarono verso il mare, c'era da soccorrere foche incastrate e dare asilo a cozze che avevano visto, in un attimo, scomparire la loro casa nel mare.
Il mostro diede l'ultimo colpo di coda ed estrasse dal cilindro una flotta di elicotteri con piattaforme anfibie appese alle zampette, questa volta il fornitore era un compagno di banco della terza elementare del sottosveglista aggiunto dei giorni dispari del portacartelline addetto ai faldoni del terzo incomodo dell'autista di scorta di un qualche ministro.
Dato che non c'era poi così tanto tempo si pensò in grande, il villaggio dei Grandi Ottimisti venne raccolto intatto, terreno compreso, appoggiato su sopporti prestampati e trasportato in aria fino alla nuova location. Giusto in tempo. Venerdì notte, la vigilia, il Super Superiore la passò in preghiera con alcune giovani adepte e fu proprio lì, tra sete e incensi, che i suoi eccellenti padiglioni auricolari captarono una flebile voce di radio lontana, disturbata: si parla già del più grande disastro mai avvenuto nel nostro paese, una voragine nel terreno, apertasi senza apparente motivo, per fortuna ben lontano da dove domani avrà luogo il summit.
martedì 30 giugno 2009
venerdì 26 giugno 2009
temi maturità
Io sono di sinistra, quella sinistra che è sempre lì a criticare, che non è ottimista di default, che pensa che il profumo della vita sia altrove, rispetto alle offerte commerciali della catena di supermercati di chips tali o talaltri.
Sono talmente di sinistra che penso che la cultura abbia un ruolo fondamentale nella presa di coscienza di quello che, un tempo, si chiamava il popolo.
Ma se la confusione prende il posto di ciò che, forse anche troppo banalmente, è il giusto peso delle cose, allora non ci si stupisca di trovarsi di fronte a tracce di temi della maturità come quelle di questa tornata esaminale.
Taccio per eccessiva vis polemica di riferimi a Svevo, autore secondo me un pò sopravvalutato, e alla psiconalisi, della quale tremo a cercare il promotore in queste tracce... (il buon vecchio Crepet dell'Hortus Costantii?).
Mi concentro, trattenendo il fiato per evitare il fetore, sulla traccia su innamoramento e amore (questa volta il luminoso marchio di Crepet è evidente... o si dovrebbe temere un rigurgito di romanticherie della ministro G., stesa su materasso a forma di cuore con scatola di romantici dolcetti calorici in una mano e penna d'oca nell'altra, che verga con fermo cipiglio padano la sua malcelata tenerezza?)
Atteniamoci piuttosto ai fatti, o, per rimanere nella finzione della Sessioneordinariaprima provascritta2009, ai "documenti": il candidato, travolto da una serie incongrua ma ben impaginata di immagini da sfondo di cellulare (chissà forse qualcuno l'avrà pure pensato), spinge lo sguardo claudicante verso i testi (un tempo, gli autori): e qui, già lo spirto criticone e pessimista ch'entro mi rugge, tempesta di dubbi vani e improduttivi la prossima prosa ed io cado come corpo morto cade.
C'è un ordine in tutte le cose, una modalità di catalogare, uno stile d'impostare una sequenza sia essa Canone o Costituzione o lista degli invitati alla festa delle medie; un ordine che, tuttavia qui mi sfugge.... e immagino:
interno notte, sotterranei del ministero, due lordi tipografi intenti a impaginare la traccia della Sessioneordinariaetc prima delle prime luci:
-ma qui, fa uno, queste poesie che G. c'ha messo come facciamo a metterle tutte in una pagina?- -io proporrei, esimio collega, una classificazione che tenga conto del ruolo socio-culturale che l'autore ha avuto nella definizione dell'identità dell'Europa contemporanea, quella dalle radici cristiane-
- si ma così mi avanzano 125 caratteri-
-oh disdetta! suggerirei, quindi, un banale seppur sempre valido ordine cronologico-
-beh st'Alberioni è il più moderno ma è anche quello che ha scritto di più... e se poi me spagina?-
-acciderbolina caro il mio co-impaginatore, lei mi sta incrinando il ben noto mio ottimismo da supermercato di chips, ohi lasso, è quindi con tremore che le prospetto l'aristotelica suddivisione tra prosa e poesia-
-occhei! e questo mi risolve pure che i testi sono di forme diverse... ci metto subito sotto i disegni quello più lungo, eppoi vado di colonne....-
-con orrore, mio sodale, noto che in questo modo il ben più corsivo Alberoni trovasi avanti al Sommo Tosco!-
-Ebbeh... così siamo anche in ordine alfabetico e nessuno si offende.... Albernoni poi c'è quel Citullo, dopo quello che scrive i testi a Benigni (che però secondo me questa l'ha copiata da una canzone di non ricordo chi ma l'ho già sentita), G, L, e infondo quel VCardarelli che dovrebbe esser slavo, secondo me, con un cognome così! ma ora, si può dare un poeta slavo da commentare ai poveri studenti italiani???-
- Trasalisco di fronte a tanto, e sottometto al vostro giudizio di novello Paride il dubbio che ha preso me, fragil tipograficomeccanico, di fronte al paragonar sì tanti differenti accidenti che sotto il medesimo termine d'amor si pongono; chi potrebbe, infatti, pensar che l'amore titolato nel best-seller di Alberoni sia pur vicino di casa all'Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende del Sommo fiorentino? o che Leopardi interpreti il medesimo sentimento del classico Catullo?-
-caffè?-
-caffè-.
Sono talmente di sinistra che penso che la cultura abbia un ruolo fondamentale nella presa di coscienza di quello che, un tempo, si chiamava il popolo.
Ma se la confusione prende il posto di ciò che, forse anche troppo banalmente, è il giusto peso delle cose, allora non ci si stupisca di trovarsi di fronte a tracce di temi della maturità come quelle di questa tornata esaminale.
Taccio per eccessiva vis polemica di riferimi a Svevo, autore secondo me un pò sopravvalutato, e alla psiconalisi, della quale tremo a cercare il promotore in queste tracce... (il buon vecchio Crepet dell'Hortus Costantii?).
Mi concentro, trattenendo il fiato per evitare il fetore, sulla traccia su innamoramento e amore (questa volta il luminoso marchio di Crepet è evidente... o si dovrebbe temere un rigurgito di romanticherie della ministro G., stesa su materasso a forma di cuore con scatola di romantici dolcetti calorici in una mano e penna d'oca nell'altra, che verga con fermo cipiglio padano la sua malcelata tenerezza?)
Atteniamoci piuttosto ai fatti, o, per rimanere nella finzione della Sessioneordinariaprima provascritta2009, ai "documenti": il candidato, travolto da una serie incongrua ma ben impaginata di immagini da sfondo di cellulare (chissà forse qualcuno l'avrà pure pensato), spinge lo sguardo claudicante verso i testi (un tempo, gli autori): e qui, già lo spirto criticone e pessimista ch'entro mi rugge, tempesta di dubbi vani e improduttivi la prossima prosa ed io cado come corpo morto cade.
C'è un ordine in tutte le cose, una modalità di catalogare, uno stile d'impostare una sequenza sia essa Canone o Costituzione o lista degli invitati alla festa delle medie; un ordine che, tuttavia qui mi sfugge.... e immagino:
interno notte, sotterranei del ministero, due lordi tipografi intenti a impaginare la traccia della Sessioneordinariaetc prima delle prime luci:
-ma qui, fa uno, queste poesie che G. c'ha messo come facciamo a metterle tutte in una pagina?- -io proporrei, esimio collega, una classificazione che tenga conto del ruolo socio-culturale che l'autore ha avuto nella definizione dell'identità dell'Europa contemporanea, quella dalle radici cristiane-
- si ma così mi avanzano 125 caratteri-
-oh disdetta! suggerirei, quindi, un banale seppur sempre valido ordine cronologico-
-beh st'Alberioni è il più moderno ma è anche quello che ha scritto di più... e se poi me spagina?-
-acciderbolina caro il mio co-impaginatore, lei mi sta incrinando il ben noto mio ottimismo da supermercato di chips, ohi lasso, è quindi con tremore che le prospetto l'aristotelica suddivisione tra prosa e poesia-
-occhei! e questo mi risolve pure che i testi sono di forme diverse... ci metto subito sotto i disegni quello più lungo, eppoi vado di colonne....-
-con orrore, mio sodale, noto che in questo modo il ben più corsivo Alberoni trovasi avanti al Sommo Tosco!-
-Ebbeh... così siamo anche in ordine alfabetico e nessuno si offende.... Albernoni poi c'è quel Citullo, dopo quello che scrive i testi a Benigni (che però secondo me questa l'ha copiata da una canzone di non ricordo chi ma l'ho già sentita), G, L, e infondo quel VCardarelli che dovrebbe esser slavo, secondo me, con un cognome così! ma ora, si può dare un poeta slavo da commentare ai poveri studenti italiani???-
- Trasalisco di fronte a tanto, e sottometto al vostro giudizio di novello Paride il dubbio che ha preso me, fragil tipograficomeccanico, di fronte al paragonar sì tanti differenti accidenti che sotto il medesimo termine d'amor si pongono; chi potrebbe, infatti, pensar che l'amore titolato nel best-seller di Alberoni sia pur vicino di casa all'Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende del Sommo fiorentino? o che Leopardi interpreti il medesimo sentimento del classico Catullo?-
-caffè?-
-caffè-.
mercoledì 24 giugno 2009
La mattina ci alzammo tutti prestissimo, i bambini erano incontenibili! L'intera settimana era trascorsa lenta e faticosa, un sottile e inesorabile rotolare di giorni, tutti vuoti, tutti uguali, ma tutti puntati verso quella data cerchiata di rosso sull'agenda.
Ogni istante aveva dato una spallata a quello vicino e, alla fine di questo domino di lancette e display luminosi, la portiera del nostro veicolo si era aperta con un semplice rumore, familiare nella sua quotidianità, straordinario oggi per tutta l'attesa di cui era abbigliato.
"La vita del nostro passato", il titolo stampato sui nostri biglietti esaltava i bambini e solleticava l'imbarazzo di noi adulti, un buco della serratura del quale la curiosità e l'impazienza si litigavano la visuale. Per tutto il tragitto avevo deciso di ascoltare musica dell'epoca, almeno quel poco che era arrivato fino a noi, così, tanto per entrare meglio nel clima che ci attendeva e passare davvero, anche solo per una giornata, un pò di tempo in quel mitico passato eroico così lontano da noi.
-Ma questo cantante chi è? e questa musica così noiosa?- la piccola era affatto contagiata dal mio desiderio di full immersion e derideva con la leggerezza dei suoi 5 anni brani di secoli prima, sopravvissuti a immani catastrofi e alla rabbia di eserciti innumerevoli.
-Ascolta, sai, queste erano le canzoni che sentivano gli uomini allora.- cercava di mediare la mamma. -Bello schifo- eruttò da novello critico musicale il grande, salendo sulla cattedra dell'esperienza dei suoi 16 anni. -Saprebbe fare meglio un cane ubriaco con un bidone della spazzatura-.
Lo sguardo di mia moglie, un misto tra sopportazione e compiacimento, all'interno del quale non saprei dire quale fosse per i nostri figli e quale per le mie scelte musicali, infine, fece pendere la bilancia verso le emittenti radiofoniche del nostro tempo.
Il viaggio terminò senza scossoni, comodo, e l'orario di arrivo fu preciso al millesimo, grazie al mio nuovo computer di bordo.
Lo spazio occupato dalla rievocazione, uno dei pochi angoli di territorio rimasti come cinque secoli fa, era già gremito di gruppi di appassionati nelle loro tende, e da turisti e curiosi che scattavano foto e catturavano momenti di quella giornata così insolita.
-Se vi mettete in certi punti precisi, sembra di essere proprio davanti ad una di quelle immagini che si vedevano a scuola.-ci stava consigliando un tizio basso e letteralmente coperto da ogni tipo di apparecchio foto-audio-visore dal collo in giù fino alla pancia prominente.
-Ma quando combattono?- domandò il mio sedicenne domestico impaziente, -Secondo il programma dovrebbero esserci delle battaglie tra una mezzoretta, ma dobbiamo spostarci dall'altra parte del campo.-
Noi uomini veri, io e mio figlio intendo, che sentivamo ancora dentro il cuore lo spirito guerriero proprio della nostra razza, eravamo carnalmente attratti dalla previsione dello scontro bellico, tanto che, immedesimati in quel clima di ruvida cortesia, strattonammo le donne di casa spingendole fino all'arena.
-Comprerete dopo i vostri vestitini e le collanine- tagliai corto interprentando a parole quello che lo sguardo di mio figlio suggeriva impacciato.
L'arena era già piena di pubblico, uno spazio abbastanza vasto, -Di dimensioni ridotte rispetto alla battaglia originale- avvertiva il filologico speaker -a parte questo dettaglio gli edifici, i vestiti e le armi, finanche il suolo, sono ricostruiti perfettamente, così come riportano le cronache e le testimonianze dell'epoca.-
-Ma i guerrieri non si vedono ancora??? Dove sono i guerrieri??? io voglio i soldati!!!!- strillava la bimba, dimenticati ormai definitivamente vestitini e oggettistica.
-Arrivano, tesoro, non essere impaziente! A proposito caro che battaglia rievocano oggi?-
-Un piccolo conflitto dell'inizio del millennio scorso, dice la guida, tra una coalizione di paesi e un insignificante dittatore che nascondeva un bandito. Mi pare si chiamasse Guerra del Golfo e quelli là con le divise color sabbia pare fossero un esercito molto potente e ben addestrato, americani credo si chiamassero. Ma ora lasciami guardare che arrivano gli elicotteri!!!-
Ogni istante aveva dato una spallata a quello vicino e, alla fine di questo domino di lancette e display luminosi, la portiera del nostro veicolo si era aperta con un semplice rumore, familiare nella sua quotidianità, straordinario oggi per tutta l'attesa di cui era abbigliato.
"La vita del nostro passato", il titolo stampato sui nostri biglietti esaltava i bambini e solleticava l'imbarazzo di noi adulti, un buco della serratura del quale la curiosità e l'impazienza si litigavano la visuale. Per tutto il tragitto avevo deciso di ascoltare musica dell'epoca, almeno quel poco che era arrivato fino a noi, così, tanto per entrare meglio nel clima che ci attendeva e passare davvero, anche solo per una giornata, un pò di tempo in quel mitico passato eroico così lontano da noi.
-Ma questo cantante chi è? e questa musica così noiosa?- la piccola era affatto contagiata dal mio desiderio di full immersion e derideva con la leggerezza dei suoi 5 anni brani di secoli prima, sopravvissuti a immani catastrofi e alla rabbia di eserciti innumerevoli.
-Ascolta, sai, queste erano le canzoni che sentivano gli uomini allora.- cercava di mediare la mamma. -Bello schifo- eruttò da novello critico musicale il grande, salendo sulla cattedra dell'esperienza dei suoi 16 anni. -Saprebbe fare meglio un cane ubriaco con un bidone della spazzatura-.
Lo sguardo di mia moglie, un misto tra sopportazione e compiacimento, all'interno del quale non saprei dire quale fosse per i nostri figli e quale per le mie scelte musicali, infine, fece pendere la bilancia verso le emittenti radiofoniche del nostro tempo.
Il viaggio terminò senza scossoni, comodo, e l'orario di arrivo fu preciso al millesimo, grazie al mio nuovo computer di bordo.
Lo spazio occupato dalla rievocazione, uno dei pochi angoli di territorio rimasti come cinque secoli fa, era già gremito di gruppi di appassionati nelle loro tende, e da turisti e curiosi che scattavano foto e catturavano momenti di quella giornata così insolita.
-Se vi mettete in certi punti precisi, sembra di essere proprio davanti ad una di quelle immagini che si vedevano a scuola.-ci stava consigliando un tizio basso e letteralmente coperto da ogni tipo di apparecchio foto-audio-visore dal collo in giù fino alla pancia prominente.
-Ma quando combattono?- domandò il mio sedicenne domestico impaziente, -Secondo il programma dovrebbero esserci delle battaglie tra una mezzoretta, ma dobbiamo spostarci dall'altra parte del campo.-
Noi uomini veri, io e mio figlio intendo, che sentivamo ancora dentro il cuore lo spirito guerriero proprio della nostra razza, eravamo carnalmente attratti dalla previsione dello scontro bellico, tanto che, immedesimati in quel clima di ruvida cortesia, strattonammo le donne di casa spingendole fino all'arena.
-Comprerete dopo i vostri vestitini e le collanine- tagliai corto interprentando a parole quello che lo sguardo di mio figlio suggeriva impacciato.
L'arena era già piena di pubblico, uno spazio abbastanza vasto, -Di dimensioni ridotte rispetto alla battaglia originale- avvertiva il filologico speaker -a parte questo dettaglio gli edifici, i vestiti e le armi, finanche il suolo, sono ricostruiti perfettamente, così come riportano le cronache e le testimonianze dell'epoca.-
-Ma i guerrieri non si vedono ancora??? Dove sono i guerrieri??? io voglio i soldati!!!!- strillava la bimba, dimenticati ormai definitivamente vestitini e oggettistica.
-Arrivano, tesoro, non essere impaziente! A proposito caro che battaglia rievocano oggi?-
-Un piccolo conflitto dell'inizio del millennio scorso, dice la guida, tra una coalizione di paesi e un insignificante dittatore che nascondeva un bandito. Mi pare si chiamasse Guerra del Golfo e quelli là con le divise color sabbia pare fossero un esercito molto potente e ben addestrato, americani credo si chiamassero. Ma ora lasciami guardare che arrivano gli elicotteri!!!-
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